L'ordine di demolizione di un manufatto edilizio abusivo, disposto dal giudice penale ai sensi della legge n. 47 del 1985, art. 7, ha natura di provvedimento giurisdizionale applicativo di una sanzione amministrativa di carattere ripristinatorio, e pertanto non è soggetto alla prescrizione stabilita per le sanzioni penali dall'art. 173 c.p., né alla prescrizione prevista dalla legge n. 689 del 1981, art. 28, che riguarda solo le sanzioni pecuniarie con finalità punitiva. Tale ordine di demolizione, contenuto in una sentenza definitiva, è soggetto all'esecuzione nelle forme previste dal codice di procedura penale, con il pubblico ministero quale organo promotore dell'esecuzione, il quale, in caso di mancata ottemperanza del condannato, deve investire il giudice dell'esecuzione per la fissazione delle modalità di esecuzione. La richiesta di sanatoria edilizia, se non documentata nel giudizio di merito, non comporta l'obbligo di motivazione da parte del giudice dell'esecuzione, essendo tale questione inammissibile in sede di legittimità. La demolizione, a differenza della confisca, non ha natura sanzionatoria, ma solo di ripristino dello stato dei luoghi precedente all'abuso edilizio.