Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8552 del 26 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:8552PEN

Massima

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La minaccia, per integrare il reato di cui all'art. 612 c.p., deve essere idonea a suscitare nel soggetto passivo un fondato timore per la propria incolumità, senza che rilevi l'effettiva capacità del minacciante di dare esecuzione alla minaccia, né la sua reale intenzione di compiere il fatto prospettato. Pertanto, la valutazione della minaccia deve essere effettuata in concreto, tenendo conto delle circostanze del caso, della personalità e della condizione psicologica della persona offesa, nonché delle modalità e del contesto in cui la minaccia è stata formulata. L'assoluzione per insussistenza del fatto non può essere giustificata sulla base di considerazioni meramente soggettive o congetturali in ordine all'effettiva volontà del minacciante, dovendo il giudice accertare in modo rigoroso e logicamente coerente se la condotta tenuta sia stata idonea a suscitare nel soggetto passivo un fondato timore per la propria incolumità. La motivazione della sentenza deve rendere conto in modo esaustivo di tale valutazione, senza omettere o trascurare elementi rilevanti ai fini della configurabilità del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DI TOMASSI Mariastefani - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

PUBBLICO MINISTERO PRESSO TRIBUNALE di RIMINI;

nei confronti di:

1) SE. SI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 28/09/2005 GIUDICE DI PACE di RIMINI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. SCALERA VITO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Sostituto Dott. ((omissis)), che chiede l'annullamento con rinvio.

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