Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 15007 del 2 aprile 2013

ECLI:IT:CASS:2013:15007PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La condotta di minaccia reiterata nei confronti della vittima di un precedente reato, volta a indurla a ritrattare le accuse, integra il reato di tentativo di coartazione della libertà morale del testimone, anche qualora tale condotta non abbia raggiunto l'obiettivo intimidatorio. Infatti, il tentativo di coartare la volontà del testimone non costituisce l'evento del reato, ma il fine dell'azione, cui la configurazione a dolo specifico della fattispecie conferisce rilievo. Pertanto, la mancata realizzazione dell'evento intimidatorio non esclude la configurabilità del reato, essendo sufficiente la mera prospettazione di un male ingiusto nei confronti della vittima. Inoltre, la redazione e la consegna al difensore di una falsa dichiarazione di ritrattazione, a firma della vittima, al fine di introdurla nel procedimento penale a suo carico, integra il reato di tentata calunnia, in quanto tale condotta, pur non essendo direttamente rivolta all'autorità giudiziaria, risulta finalizzata a tale scopo, essendo prevedibile e voluta dall'agente che il difensore, in adempimento del suo dovere deontologico, avrebbe trasmesso tale documento agli inquirenti. Infine, la mancata concessione delle attenuanti generiche, in assenza di elementi favorevoli allegati dalla difesa, non integra un vizio motivazionale, rientrando tale valutazione nel potere discrezionale del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. SERPICO Frances - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS An - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierlui - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 18/04/2012 della Corte d'appello di Milano;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott. ANIELLO Roberto che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La difesa di (OMISSIS) propone ricorso avverso l…

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