Il mutamento di destinazione d'uso di un immobile vincolato ai sensi dell'art. 32 della L. 47/1985 non è condonabile qualora la nuova destinazione non sia residenziale e comporti un ampliamento dell'immobile, in quanto in contrasto con la disciplina regionale di cui all'art. 3, comma 3, della L.R.V. 21/2004. Inoltre, il mutamento di destinazione d'uso non è condonabile se risulta incompatibile con le previsioni delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale, le quali ammettono la modifica della destinazione d'uso solo per determinate destinazioni, tra cui non rientra quella religiosa. Il principio di libertà religiosa non può legittimare abusi edilizi, essendo necessaria una espressa previsione normativa che stabilisca un nesso tra tale libertà e il regime urbanistico-edilizio degli immobili. L'Amministrazione competente al rilascio del condono edilizio è tenuta a verificare la compatibilità dell'intervento con i vincoli urbanistici gravanti sull'immobile, non essendo sufficiente il mero decorso del termine di legge per la formazione del silenzio-assenso.