Cassazione penale Sez. V sentenza n. 17046 del 17 aprile 2014

ECLI:IT:CASS:2014:17046PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur essendo riconosciuto dall'ordinamento, trova un limite nel divieto di espressioni oggettivamente lesive della reputazione altrui, che esulino dal confronto dialettico e mirino unicamente a screditare gratuitamente la controparte. Pertanto, la diffusione di comunicazioni contenenti affermazioni non veritiere e palesemente denigratorie, anche se motivate dalla volontà di tutelare interessi di categoria, integra il reato di diffamazione, non potendo essere giustificata dall'esercizio del diritto di critica. Il giudice, nel valutare la sussistenza di tale reato, deve tenere conto non solo del contenuto delle espressioni utilizzate, ma anche delle modalità di diffusione e dell'identità dei soggetti destinatari, al fine di accertare l'effettiva intenzionalità dell'autore di screditare ingiustificatamente la controparte.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo - Presidente

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paol - rel. Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del Tribunale di Nuoro del 5 maggio 2011.

Visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione del consigliere Paolo Antonio BRUNO;

sentito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale dott. D'AMBROSIO Vito che ha chiesto annullamento senza rinvio per prescrizione e conferma delle statuizioni civili;

sentito, altresi', l'avv. (OMISSIS), difensore di par…

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