Cassazione penale Sez. II sentenza n. 19641 del 18 maggio 2021

ECLI:IT:CASS:2021:19641PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante minacce, costringe la vittima a consegnargli una somma di denaro o altra utilità, anche se tale somma o utilità è pretesa a titolo di pagamento di un debito derivante da un contratto nullo per illiceità della causa, come nel caso di cessione di sostanze stupefacenti. In tali ipotesi, infatti, non può invocarsi la tutela indiretta predisposta dall'art. 2035 c.c., in quanto il contratto illecito non può costituire fonte di alcuna pretesa tutelata dall'ordinamento. Inoltre, la condotta del fornitore di sostanze stupefacenti è sempre penalmente rilevante, a prescindere dal fatto che egli abbia consumato parte della droga ceduta insieme all'acquirente, non potendosi in tal caso configurare l'ipotesi del "consumo di gruppo" non punibile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CERVADORO Mirella - Presidente

Dott. DI PAOLA Sergio - Consigliere

Dott. PARDO Ignazio - Consigliere

Dott. PACILLI G.A.R. - rel. Consigliere

Dott. MONACO Marco Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3101/2019 emessa dalla Corte d'Appello di Torino il 2 maggio 2019;
Visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
Udita nell'udienza del 23 marzo 2021 la relazione fatta dal Consigliere Giuseppina Anna Rosaria Pacilli;
Letta la requisitoria scritta, presentata ai sensi del Decreto Legge n. 137 del 2020, articolo 23, comma 8, dal Sostituto Procuratore Generale in persona di Delia Cardia, che ha chiesto di rigettare il ricorso.
RITENUTO…

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