Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24759 del 18 maggio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:24759PEN

Massima

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Il reato di minaccia sussiste quando l'autore prospetta alla vittima un male ingiusto, potenzialmente idoneo a limitarne la libertà psichica, senza che sia necessario il concreto verificarsi di uno stato di intimidazione. L'espressione utilizzata dall'imputato, che prospetta di "sistemare" la persona offesa senza ricorrere a vie legali, integra gli estremi del reato di minaccia, in quanto dotata di tale potenzialità offensiva, soprattutto in un contesto caratterizzato da elevata conflittualità. La costituzione di parte civile nel processo penale non può ritenersi tacitamente revocata per il solo fatto che la parte abbia proposto domanda di risarcimento del danno davanti al giudice civile, in quanto il giudizio civile resta sospeso in attesa della decisione penale, anche se non ancora irrevocabile.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PALLA Stefano - Presidente

Dott. SCOTTI ((omissis)) - Consigliere

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - rel. Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/02/2016 del TRIBUNALE di TIVOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. GUARDIANO ALFREDO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore;
IL PROC. GEN. CONCLUDE PER L'INAMMISSIBILITA';
Udito il difensore l'avv. (OMISSIS) si associa alla richiesta del PG; deposita conclusioni e nota spese.
FATTO E DIRITTO
1. Con la …

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