Il reato di rissa aggravata da lesioni si configura quando più soggetti, animati dall'animus ledendi, partecipano attivamente ad una colluttazione reciproca, anche facendo uso di armi atte a offendere come i coltelli, cagionando lesioni personali. La qualificazione giuridica di rissa prescinde dall'accertamento di chi abbia dato inizio alle ostilità, essendo sufficiente la reciprocità delle azioni offensive per attribuire a ciascun partecipante la volontà di prendere parte alla colluttazione con intento lesivo. Pertanto, la mancata effettuazione di accertamenti peritali richiesti dalle parti, come l'analisi ematologica, non costituisce motivo di ricorso per cassazione, in quanto la perizia non rientra nel novero delle prove decisive di cui all'art. 606 c.p.p., comma 1, lett. d), essendo uno strumento di indagine rimesso alla discrezionalità del giudice. Inoltre, la responsabilità penale di ciascun partecipante alla rissa può essere desunta anche dalle dichiarazioni rese dai coimputati, senza che ciò integri una violazione dell'art. 192 c.p.p. in tema di valutazione della prova.