Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto dall'Associazione Antropos Onlus avverso il diniego di rinnovo della concessione relativa all'immobile di proprietà comunale sito in via Tranquillo Cremona n. 22 (ex 5a), ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Il rilascio o il rinnovo delle concessioni di beni pubblici non può perfezionarsi se non nelle forme prescritte, mediante un atto espresso in forma scritta. Il mero pagamento dei canoni e l'introito delle relative somme da parte dell'Amministrazione, dopo l'intervenuta scadenza del titolo, non può considerarsi rinnovo tacito della concessione, in mancanza dell'atto formale di rinnovo, costituendo questo soltanto titolo per la detenzione e l'utilizzo del bene demaniale. 2. In materia di rinnovo delle concessioni di beni pubblici, l'intervento di un provvedimento espresso dell'amministrazione è un elemento insurrogabile e infungibile, non potendo trovare applicazione l'istituto del silenzio-assenso. 3. L'amministrazione gode di ampia discrezionalità nella valutazione della rispondenza all'interesse pubblico della destinazione del bene patrimoniale indisponibile, sicché il mancato rinnovo della concessione non si appalesa di per sé manifestamente irragionevole, specie ove si inserisca in un più ampio contesto di riordino della gestione del patrimonio comunale. 4. Le deliberazioni consiliari n. 26 del 1995 e n. 202 del 1996, relative alla regolarizzazione delle occupazioni senza titolo formale accertate alla data del 31 dicembre 1994, non trovano applicazione ai rapporti concessori scaduti, i quali sono invece disciplinati dal Regolamento sulle Concessioni (Consiglio Comunale n. 5625 del 1983), richiamato dalla Deliberazione della Giunta Capitolina n. 140 del 2015.