Il reato di diffamazione mediante divulgazione di immagini intime altrui, realizzato senza il consenso della persona offesa, integra una condotta lesiva della dignità e del diritto all'immagine della vittima, che deve essere sanzionata penalmente. Tuttavia, affinché tale reato possa ritenersi integrato, è necessario che la diffusione delle immagini sia avvenuta nei confronti di una pluralità di soggetti, non essendo sufficiente la mera cessione a due persone. Inoltre, il reato di interferenza illecita nella vita privata, realizzato mediante la clonazione di schede telefoniche intestate alla persona offesa e la conseguente intercettazione di comunicazioni, lede il diritto alla riservatezza e all'inviolabilità delle comunicazioni, tutelati costituzionalmente. Tali condotte, tuttavia, possono essere escluse dalla punibilità qualora risultino prescritti i relativi reati al momento della pronuncia della sentenza, in assenza di cause di sospensione o interruzione del termine prescrizionale rilevanti. In tali casi, il giudice è tenuto a dichiarare l'estinzione del reato per intervenuta prescrizione, senza poter entrare nel merito delle singole contestazioni.