Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25465 del 18 giugno 2009

ECLI:IT:CASS:2009:25465PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna per il reato di minaccia aggravata, afferma che il vizio di motivazione, di cui all'art. 606, comma 1, lett. e) c.p.p., non si configura qualora la sentenza impugnata abbia esaminato in modo esauriente e conforme ai principi di diritto la questione relativa alla pretesa risarcitoria avanzata dalla persona offesa, non potendosi dedurre tale vizio prospettando una diversa valutazione delle risultanze processuali da parte del ricorrente. Pertanto, il giudice di legittimità rigetta il ricorso, ritenendo che la motivazione della sentenza impugnata sia adeguata e conforme ai criteri di diritto sostanziale, nonché all'esistenza della fattispecie contestata e della rituale costituzione di parte civile della persona offesa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. DE BERNARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) ST. MA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 09/05/2008 CORTE APPELLO di CATANIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. DE BERARDINIS SILVANA;

udito il Procuratore Generale in persona del Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza in data 9-5-2008…

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