Il ricorso giurisdizionale diviene improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse della parte ricorrente, comportando la compensazione delle spese di lite, in quanto il Tribunale Amministrativo Regionale prende atto della dichiarazione con cui la parte ricorrente afferma di non avere più interesse al ricorso proposto. Tale principio si fonda sulla necessità di garantire l'effettività della tutela giurisdizionale, in conformità all'art. 24 della Costituzione, evitando l'inutile protrazione di un giudizio privo di concreto interesse per il ricorrente. Infatti, il venir meno dell'interesse alla decisione del ricorso, per fatti sopravvenuti, determina l'improcedibilità dell'azione, con conseguente compensazione delle spese di lite, in ossequio ai principi di economia processuale e di ragionevole durata del processo, di cui agli artt. 111 e 97 della Costituzione. Tale soluzione, inoltre, rispetta il ruolo del giudice amministrativo quale garante dell'imparzialità e del buon andamento dell'azione amministrativa, in attuazione dell'art. 97 della Costituzione. In definitiva, il principio di diritto affermato dalla sentenza è che il ricorso giurisdizionale diviene improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse della parte ricorrente, con conseguente compensazione delle spese di lite, al fine di assicurare l'effettività della tutela giurisdizionale, il rispetto dei principi di economia processuale e ragionevole durata del processo, nonché il ruolo del giudice amministrativo quale garante dell'imparzialità e del buon andamento dell'azione amministrativa.