Il falso ideologico del notaio nell'atto di donazione non integra il reato di falso in atto pubblico quando l'atto non è destinato a provare la verità dei fatti dichiarati dal donante in ordine alla titolarità del bene donato. Affinché sussista il reato di falso in atto pubblico, è necessario che il notaio attesti falsamente fatti dei quali l'atto è destinato a provare la verità, come nel caso in cui il donante abbia falsamente dichiarato di aver usucapito il bene donato. Tuttavia, il falso del notaio non si limita al mero accertamento della volontà delle parti, ma si estende anche alle attività preparatorie successive, al fine di assicurare il conseguimento dello scopo tipico dell'atto. Pertanto, il notaio ha una funzione di garanzia che va oltre la semplice verifica formale della dichiarazione del donante, dovendo egli accertare anche la legittima titolarità del bene in capo al donante. Il reato di truffa, invece, non sussiste quando non vi è stata induzione in errore dei terzi proprietari del bene donato, tali da indurli a compiere un atto di disposizione patrimoniale.