Cassazione penale Sez. V sentenza n. 24590 del 23 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:24590PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (stalking) si configura quando la condotta reiterata dell'agente cagiona alla vittima un grave stato di ansia e di paura, il fondato timore per la propria incolumità e un forzato cambiamento delle proprie abitudini di vita, anche in assenza di una specifica minaccia o violenza. La valutazione dell'idoneità delle condotte a produrre tali eventi deve essere effettuata in concreto, avendo riguardo alle circostanze di tempo e di luogo in cui esse sono state poste in essere, senza che sia necessario che le vittime li prospettino espressamente o li descrivano con precisione. Le dichiarazioni della persona offesa, se ritenute credibili e attendibili, possono costituire da sole prova sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, richiedendosi in tal caso una motivazione più penetrante e rigorosa rispetto a quella cui sono sottoposte le testimonianze di altri soggetti. Ai fini della determinazione della pena, il giudice deve valutare la gravità della condotta, l'intensità del dolo, la pervicacia dell'agente e la durata della persecuzione, senza che la censura in sede di legittimità possa mirare ad una nuova valutazione della congruità della sanzione, se non in caso di manifesta illogicità o arbitrarietà. L'inammissibilità del ricorso per cassazione preclude la rilevabilità d'ufficio della prescrizione maturata successivamente alla sentenza di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. TUDINO Alessandrina - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - rel. Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nata a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 27/09/2019 della CORTE APPELLO di TORINO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MATILDE BRANCACCIO;
lette le conclusioni del Sostituto Procuratore Generale Dr. MIGNOLO OLGA, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la decisione impugnata, la Corte d'Appello di Torino, il 27.9.2019, ha con…

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