Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36886 del 11 ottobre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:36886PEN

Massima

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Il reato di violenza privata si configura quando l'agente, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa. L'elemento oggettivo del reato consiste nell'esercizio di una costrizione fisica o morale sulla vittima, idonea a incidere sulla sua libertà di autodeterminazione, indipendentemente dal fatto che l'evento voluto dall'agente si sia effettivamente realizzato. L'elemento soggettivo è rappresentato dal dolo generico, ovvero dalla coscienza e volontà di costringere la vittima a subire la propria condotta. La violenza privata si configura anche quando l'agente si introduce con violenza o minaccia in un luogo di cui un'altra persona abbia la disponibilità, costringendola a uscirne o a non rientrarvi. Ai fini della configurabilità del reato, non è necessario che la condotta dell'agente sia diretta a un fine specifico, essendo sufficiente che essa sia idonea a incidere sulla libertà di autodeterminazione della vittima. Le cause di giustificazione, come l'esercizio di un diritto o lo stato di necessità, devono essere provate dall'imputato, il quale non può limitarsi a invocarle genericamente. La valutazione della gravità della condotta e della pericolosità sociale dell'imputato, ai fini dell'applicazione di circostanze attenuanti o della sospensione condizionale della pena, rientra nel prudente apprezzamento del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità salvo vizi logici o giuridici.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. DE GREGORIO Eduardo - rel. Consigliere

Dott. BELMONTE ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 30/01/2019 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere DE GREGORIO EDUARDO;
Il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale ha concluso chiedendo l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata la Corte d'Appello de L'Aquila ha parzialmente riformato la pronunzia di primo grado nei c…

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