L'ordinanza contingibile e urgente adottata ai sensi dell'art. 50 del D.Lgs. n. 267/2000 dal Sindaco per sospendere un'attività autorizzata e ordinare la demolizione di opere realizzate in assenza di titolo abilitativo è illegittima per difetto di presupposti, in quanto: 1) L'accertamento di abusi edilizi non giustifica l'adozione di un provvedimento extra ordinem, essendo applicabile la disciplina del D.P.R. 380/2001 in materia di sanzioni edilizie. L'esecuzione di un ordine irreversibile di demolizione non è giustificata da esigenze di tutela della collettività. 2) Il richiamo generico a condizioni di "precarietà ambientale" e di "pericolo per la salute pubblica" non è supportato da un'adeguata istruttoria che dimostri il superamento dei limiti di legge previsti per le emissioni o la violazione delle prescrizioni imposte dalle autorità competenti negli atti autorizzativi. L'amministrazione deve accertare in modo concreto ed attuale l'esistenza di un grave e imminente pericolo per la salute pubblica, tale da giustificare l'adozione di misure non dilazionabili. Pertanto, in assenza di presupposti istruttori e motivazionali adeguati, l'ordinanza contingibile e urgente è illegittima per violazione di legge ed eccesso di potere.