Il pubblico ufficiale che, nell'esercizio delle proprie funzioni, attesta falsamente di non aver potuto compiere determinati atti o di averli compiuti, integra il reato di falso ideologico in atto pubblico, essendo sufficiente la mera consapevolezza della falsità dell'attestazione, a prescindere dalla sussistenza di particolari rapporti con le parti interessate. Tale condotta, qualificata come atto fidefacente, comporta l'applicazione della circostanza aggravante speciale che determina un termine prescrizionale più ampio, pari a dodici anni e sei mesi, non ancora decorso al momento del giudizio. La responsabilità penale del pubblico ufficiale per il reato di falso ideologico in atto pubblico può essere affermata sulla base di una valutazione complessiva degli elementi di fatto, senza che sia necessario l'accertamento di specifici rapporti con le parti, essendo sufficiente la prova della consapevolezza della falsità dell'attestazione, desumibile anche dalla pluralità e dalla concentrazione temporale delle condotte illecite contestate.