Il permesso di costruire rilasciato dall'autorità amministrativa competente legittima l'esercizio dello ius aedificandi del titolare, rimuovendo il limite all'edificazione, ma non comporta alcuna limitazione dei diritti dei terzi, i quali possono far valere le proprie posizioni giuridiche soggettive di fronte all'autorità giudiziaria ordinaria. Pertanto, il rilascio del permesso di costruire non preclude al vicino di costruire in aderenza al muro comune, ai sensi dell'art. 904 c.c., anche in presenza di luci esistenti, salvo il rispetto delle norme tecniche e urbanistiche applicabili. L'amministrazione comunale, nel rilasciare il permesso di costruire, non ha l'obbligo di accertare d'ufficio la sussistenza di eventuali diritti dei terzi, né di valutare profili civilistici attinenti ai rapporti di vicinato, essendo tali questioni riservate alla competenza del giudice ordinario. Inoltre, la natura pertinenziale dell'opera edilizia, ovvero la sua qualificazione come "costruzione" ai fini urbanistici, non dipende dalla sua dimensione o dalla proiezione al suolo, ma dal carattere di stabilità e permanenza della struttura, che la rende idonea a trasformare in modo durevole il territorio. Pertanto, il porticato in muratura con copertura in tegole, anche se privo di volumetria e di proiezione al suolo di tutte le superfici perimetrali, deve essere considerato una "costruzione" ai sensi della normativa urbanistica. Infine, le eventuali intenzioni emulative o abusive del richiedente il permesso di costruire, così come l'irregolarità urbanistica di altre parti dell'immobile, non possono incidere sulla legittimità del provvedimento autorizzatorio, che deve essere valutato esclusivamente sulla base della conformità dell'opera alle prescrizioni normative e tecniche applicabili.