Cassazione penale Sez. I sentenza n. 1230 del 10 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:1230PEN

Massima

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L'uso del metodo mafioso ai fini dell'applicazione dell'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152 del 1991 richiede che la condotta si connoti per il ricorso a modalità operative idonee a potenziare la forza di coazione già qualificante il fatto estorsivo, non essendo sufficiente la mera evocazione di un contesto di criminalità organizzata o la caratura mafiosa degli autori del reato. Inoltre, la finalità di agevolazione di un'associazione mafiosa deve trovare riscontro in elementi che dimostrino un collegamento diretto tra la condotta estorsiva e gli interessi del sodalizio criminale, non potendo desumersi unicamente dalla verosimiglianza della tesi che un'azione delittuosa sia stata commessa in un territorio controllato da un gruppo mafioso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BARDOVAGNI Paolo - Presidente

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 567/2012 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 07/05/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIUSEPPE SANTALUCIA;

sentite le conclusioni del PG Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'annullamento con rinvio;

Udito il difensore avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'avv.to (OMISSIS).

RITENUTO IN FATTO

Il Tribunale del riesame di Bari ha confermato l'ordina…

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