Il vincolo di inedificabilità preordinato all'espropriazione, reiterato in assenza di una adeguata ponderazione dell'attualità dell'interesse pubblico sottostante e dell'interesse proprietario, è illegittimo. La reiterazione di un vincolo espropriativo deve essere sorretta da una puntuale verifica e da un'adeguata motivazione in ordine all'attualità dell'intervento cui è preordinato, alla disponibilità concreta ed effettiva dei mezzi finanziari per la realizzazione dello stesso e all'impossibilità di soluzioni alternative, al fine di escludere un contenuto vessatorio o ingiusto del relativo atto. In assenza di tali presupposti, la reiterazione del vincolo è illegittima, in quanto viola il principio di proporzionalità e di tutela dell'affidamento del proprietario. Tuttavia, il mancato avvio del procedimento espropriativo e la conseguente permanenza del vincolo non comportano automaticamente il diritto al risarcimento del danno, in assenza di una condotta colposa dell'amministrazione e di iniziative del proprietario volte a prevenire l'aggravamento del pregiudizio, ferma restando la possibilità per il proprietario di attivare il procedimento di cui all'art. 39 del d.P.R. n. 327/2001 (art. 16, l.r. n. 12/2011).