Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 42553 del 7 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:42553PEN

Massima

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Il procedimento di prevenzione patrimoniale consente al giudice di valutare autonomamente gli elementi probatori e indiziari tratti dai procedimenti penali, anche se non sono stati ritenuti sufficienti a provare la partecipazione a un'associazione mafiosa, in quanto la nozione di "appartenenza" alla associazione, richiesta per l'applicazione delle misure di prevenzione, è più ampia della "partecipazione" necessaria per integrare il reato di associazione mafiosa ex art. 416-bis c.p. e comprende ogni comportamento, anche non costituente reato, che sia funzionale agli interessi del gruppo criminale. Presupposto della misura di prevenzione patrimoniale è la pericolosità sociale del proposto, in particolare al momento dell'acquisto del bene, che si riverbera in via permanente e tendenzialmente indissolubile in un vincolo sui beni illecitamente acquisiti. Pertanto, con riferimento alla pericolosità generica, sono ablabili soltanto i beni acquistati nell'arco di tempo in cui essa si è manifestata. Il giudice di merito, nel valutare la sproporzione tra il valore dei beni e i redditi leciti del proposto, deve considerare non solo gli acquisti diretti, ma anche le donazioni e le elargizioni ricevute, accertandone l'effettiva provenienza e la congruità rispetto alle capacità economiche dei donanti. Il ricorso per cassazione avverso i provvedimenti in materia di misure di prevenzione è ammesso solo per violazione di legge, sicché è esclusa la deducibilità dell'illogicità manifesta, potendosi denunciare solo la motivazione inesistente o apparente, che non comprende la sottovalutazione di argomenti difensivi che, in realtà, siano stati considerati dal giudice o risultino assorbiti dalle argomentazioni fondanti il provvedimento impugnato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. GIANESINI Maurizio - Consigliere

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. COSTANZO Angelo - rel. Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso il decreto del 15/01/2016 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA.
Sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. COSTANZO ANGELO;
lette le conclusioni del P.G..
RITENUTO IN FATTO
1. Con decreto del 15/01/2016 la Corte di appello di Reggio Calabria, rigettando il ricorso di (OMISSIS) e (OMISSIS) ha confermato la misura di prevenzione …

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