Il parere paesaggistico negativo della Soprintendenza, che ha determinato il diniego di compatibilità paesaggistica postuma da parte del Comune, è viziato da deficit istruttorio e motivazionale. La Soprintendenza, nel valutare l'istanza di condono edilizio, avrebbe dovuto considerare la proposta della società ricorrente di rinunciare all'istanza relativa al porticato più prossimo al vincolo archeologico, al fine di meglio apprezzare la compatibilità paesaggistica della residua porzione dell'immobile. Inoltre, la valutazione ostativa contrasta con i precedenti pareri favorevoli, sia paesaggistici che archeologici, espressi dalla stessa Soprintendenza per altre porzioni del medesimo fabbricato, senza una adeguata giustificazione. La Soprintendenza ha altresì pretermesso le valutazioni favorevoli, seppur condizionate, espresse dal Comune di Gallicano nel Lazio. Tali vizi inficiano il conseguente diniego di nulla osta da parte del Comune, che deve pertanto essere annullato, con obbligo per l'amministrazione di rideterminarsi.