Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così formulato: La sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per il reato associativo di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990 deve essere valutata dal giudice non solo sulla base di una mera elencazione degli elementi indiziari raccolti dalla polizia giudiziaria, ma attraverso un'adeguata motivazione che esamini il ruolo specifico svolto dall'indagato all'interno dell'associazione, confrontandosi altresì con le deduzioni difensive. Il giudice non può limitarsi ad una pedissequa reiterazione degli elementi probatori, ma è tenuto a svolgere una valutazione critica e approfondita degli stessi, al fine di accertare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza richiesti per l'applicazione della misura cautelare. Tale obbligo di motivazione, previsto dall'art. 546 c.p.p., costituisce un principio fondamentale a garanzia del diritto di difesa dell'indagato, il cui mancato rispetto determina l'inammissibilità del provvedimento impugnato.