Cassazione penale Sez. I sentenza n. 11353 del 29 marzo 2022

ECLI:IT:CASS:2022:11353PEN

Massima

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Il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina di cui all'art. 12, commi 3 e 3-bis, del D.Lgs. n. 286/1998, nella formulazione anteriore alle modifiche apportate dalla L. n. 94/2009, costituisce una fattispecie autonoma di reato, distinta dall'ipotesi aggravata prevista dal successivo comma 3-bis. La condotta di chi agevola l'ingresso illegale in Italia di stranieri, al fine di trarne profitto, è punita con la reclusione da quattro a quindici anni, con l'aumento di pena nel caso in cui il fatto sia commesso da tre o più persone. La valutazione della prova ai fini dell'affermazione della responsabilità deve essere condotta in modo rigoroso, senza ricorrere a mere congetture, ma valorizzando tutti gli elementi di fatto emersi nel processo, anche di natura indiziaria, purché logicamente e razionalmente coerenti. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche è legittimo quando la gravità oggettiva e soggettiva della condotta, debitamente motivata, non consente di ritenere sussistenti elementi tali da giustificarne il riconoscimento. La determinazione della pena, nel rispetto dei principi di proporzionalità e di individualizzazione, deve tenere conto della posizione e del ruolo rivestito da ciascun imputato nell'ambito della condotta plurisoggettiva, potendo comportare anche un aumento per la continuazione con precedenti reati, purché congruamente motivato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TARDIO Angela - Presidente

Dott. MANCUSO Luigi Fabrizio A - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/05/2019 della CORTE APPELLO di L'AQUILA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal Consigliere BINENTI Roberto;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale PRATOLA Gianluigi, che ha chiesto di dichiarare l'inammissibilita' dei ricorsi;

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