Il Comune, nell'esercizio della propria discrezionalità amministrativa, può determinare il canone per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche con impianti pubblicitari sulla base della proiezione a terra dei metri lineari dello strumento pubblicitario, applicando altresì un coefficiente moltiplicatore fino a 3 per tali tipologie di occupazione, in quanto tale criterio non risulta irragionevole o manifestamente illogico, essendo idoneo a tenere conto del sacrificio imposto alla collettività derivante dall'occupazione del suolo pubblico, anche se limitata al solo soprassuolo, e del beneficio economico ritraibile dall'attività pubblicitaria. La scelta dei criteri di determinazione del canone rientra nell'ampia discrezionalità riconosciuta al Comune in materia, che non può essere sindacata in sede giurisdizionale se non in presenza di evidenti vizi di illogicità o irragionevolezza.