Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La legittimazione ad agire in giudizio per l'impugnazione di autorizzazioni rilasciate a soggetti concorrenti nell'ambito di attività commerciali liberalizzate, come la distribuzione di carburanti, sussiste in capo agli operatori economici che possano vantare un interesse qualificato all'annullamento dell'atto, in ragione della prossimità territoriale e della interferenza con il medesimo bacino di utenza, a prescindere dalla dimostrazione di un pregiudizio economico attuale e specifico, quale ad esempio un calo di fatturato. L'onere di allegazione richiesto al ricorrente non può spingersi fino ad esigere una stima tecnica dell'entità della riduzione del fatturato, che costituirebbe una probatio diabolica, essendo sufficiente l'allegazione della vicinitas qualificata tra gli impianti e della conseguente comunanza dei bacini d'utenza. Inoltre, nell'ambito di un procedimento autorizzatorio relativo alla realizzazione di un impianto di distribuzione di carburanti, l'amministrazione è tenuta a verificare con particolare attenzione il rispetto delle norme in materia di sicurezza stradale, acquisendo i necessari pareri e chiarimenti dalle autorità competenti, anche in relazione a profili tecnici come la visibilità, la pendenza e la distanza da curve e incroci.