Cassazione penale Sez. V sentenza n. 17238 del 5 giugno 2020

ECLI:IT:CASS:2020:17238PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esaminare il ricorso avverso la sentenza di condanna per il reato di minaccia, afferma che il ricorso propone motivi inammissibili, in quanto si risolve nella mera riproposizione di argomenti difensivi già adeguatamente esaminati e confutati dalla sentenza impugnata. La Corte di Cassazione precisa che il ricorso per cassazione fondato su motivi che ripropongono le medesime ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame è inammissibile per mancanza di specificità, in quanto il ricorrente non si confronta criticamente con la motivazione offerta dalla sentenza impugnata, limitandosi a lamentare in maniera generica una presunta carenza o illogicità della stessa. Inoltre, la Corte sottolinea che, in presenza di una doppia conformità della decisione di condanna dell'imputato, il vizio di travisamento della prova può essere dedotto con il ricorso per cassazione solo nell'ipotesi in cui il giudice di appello abbia richiamato dati probatori non esaminati dal primo giudice, oppure quando entrambi i giudici del merito siano incorsi nel medesimo travisamento delle risultanze probatorie, in modo macroscopico ed evidente. Nella fattispecie, la Corte di Appello ha fornito una motivazione congrua rispetto agli accertamenti istruttori e giuridicamente corretta, senza incorrere in contraddittorietà o illogicità manifeste, superando così il vaglio di legittimità, che riguarda la coerenza strutturale della decisione e la sua oggettiva "tenuta" sotto il profilo logico-argomentativo. Infine, la Corte di Cassazione ribadisce che il giudice di merito non è tenuto a compiere un'analisi approfondita di tutte le deduzioni delle parti e a prendere in esame dettagliatamente tutte le risultanze processuali, essendo sufficiente che, anche attraverso una valutazione globale di quelle deduzioni e risultanze, spieghi in modo logico ed adeguato le ragioni che hanno determinato il suo convincimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. BELMONTE Maria T. - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. RICCARDI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 06/05/2019 della CORTE APPELLO di MESSINA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere BELMONTE MARIA TERESA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore MIGNOLO OLGA;
Il Proc. Gen. conclude per il rigetto.
udito il difensore:
L'avv. (OMISSIS) espone alla Corte i motivi di gravame e chiede l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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