Il canone demaniale dovuto dal concessionario di un'area demaniale marittima deve essere determinato tenendo conto non solo della superficie scoperta oggetto di concessione, ma anche della volumetria dei manufatti realizzati dal concessionario sull'area demaniale, a prescinddalla loro qualificazione come "pertinenze demaniali marittime", in quanto tali manufatti, pur essendo di proprietà del concessionario, incidono sull'utilità economica che il concessionario ritrae dallo sfruttamento del bene demaniale. L'Autorità Portuale, nell'esercizio del potere regolamentare conferitole dall'art. 7, comma 1, del d.l. n. 400/1993, può quindi adottare criteri di determinazione del canone demaniale che ricomprendano anche la volumetria dei manufatti realizzati dal concessionario sull'area demaniale, senza che ciò comporti una violazione del principio secondo cui il canone demaniale deve essere applicato alle sole "pertinenze demaniali marittime". Tali criteri regolamentari, infatti, non elevando i manufatti privati ad oggetto del canone, ma considerandoli solo ai fini della quantificazione dello stesso, non risultano in contrasto con la natura non demaniale di tali beni, essendo la misura del canone parametrata anche all'utilità che il concessionario ritrae dallo sfruttamento del bene demaniale, nei limiti di una determinazione discrezionale non arbitraria o sproporzionata.