Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13571 del 27 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:13571PEN

Massima

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Il divieto di contestazione a catena di cui all'art. 297, comma 3, c.p.p. opera automaticamente solo nel caso di ordinanze cautelari emesse nello stesso procedimento per lo stesso fatto, pur diversamente circostanziato o qualificato. Per ordinanze cautelari emesse in procedimenti diversi per fatti legati da connessione qualificata, la retrodatazione opera solo per i fatti desumibili dagli atti anteriori al rinvio a giudizio nel procedimento in cui è stata emessa la prima ordinanza cautelare. La retrodatazione non opera mai in caso di ordinanze cautelari emesse in procedimenti diversi per fatti non legati da connessione qualificata, anche se gli elementi per emettere la nuova ordinanza erano già desumibili dagli atti al momento dell'emissione della precedente ordinanza. Il collegamento tra indagini finalizzate alla cattura di latitanti e l'emersione successiva di indizi relativi a un'associazione di tipo mafioso non è sufficiente a integrare il requisito della connessione qualificata ai fini dell'applicazione del divieto di contestazione a catena.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SILVESTRI Giovanni - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ST. AN. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 12/06/2008 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAPOZZI RAFFAELE;

sentite le conclusioni del P.G. Dr. IACOVIELLO ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito il difensore Avv. MINNITI Eugenio, che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.

FATTO E…

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