Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 12502 del 30 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:12502PEN

Massima

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La misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza può essere applicata a un soggetto sulla base di elementi indiziari che dimostrino la sua appartenenza ad un sodalizio di tipo mafioso, anche in assenza di una condanna penale definitiva per il reato di associazione mafiosa. Tale appartenenza può essere desunta da una pluralità di elementi, quali i rapporti intrattenuti con esponenti di vertice della consorteria mafiosa, le frequentazioni con soggetti ritenuti affiliati, le ascendenze familiari, nonché il concreto contributo fornito per agevolare la latitanza di un capo mafioso, anche se prestato in assenza di consapevolezza del ruolo criminale di quest'ultimo. Ai fini dell'applicazione della misura di prevenzione, non è necessario fornire una specifica motivazione sulla persistenza attuale della pericolosità sociale del soggetto, essendo sufficiente la dimostrazione della sua pregressa e perdurante appartenenza al sodalizio mafioso, salvo che non emerga una chiara dissociazione dal medesimo. La valutazione della pericolosità sociale qualificata da "mafiosità" non richiede la prova del dolo specifico di agevolazione degli scopi del gruppo criminoso, essendo sufficiente l'accertamento di un atteggiamento di consapevole contiguità agli interessi del sodalizio e della disponibilità a rendersi partecipe, se necessario, di condotte a esso funzionali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LATTANZI Giorgio - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

SO. Vi. , nato a (OMESSO);

avverso il decreto emesso in data 09/03/2009 dalla Corte di Appello di Palermo nel procedimento di prevenzione instaurato nei suoi confronti;

esaminati gli atti, il ricorso e il provvedimento impugnato;

udita in camera di consiglio la relazione del consigliere Dott. Giacomo Paoloni;

lette le richieste scritte del Procuratore Generale in Sede (sost. P.G. Dott. Giovanni Salvi), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

MOTIVI DELLA DECISIONE…

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