Il ritardo dell'amministrazione nell'esitare l'istanza di autorizzazione per la realizzazione di un impianto di energia rinnovabile costituisce un illecito permanente, la cui domanda risarcitoria è soggetta a regimi di prescrizione differenziati in base al momento di maturazione del ritardo, rispetto all'entrata in vigore del Codice del processo amministrativo. Nello specifico, per il ritardo maturato prima dell'entrata in vigore del Codice, la domanda risarcitoria non è soggetta al termine decadenziale previsto dall'art. 30, comma 3, c.p.a., ma al più favorevole regime prescrizionale previgente; mentre per il ritardo successivo all'entrata in vigore del Codice, la domanda risarcitoria è soggetta al termine decadenziale di cui all'art. 30, comma 3, c.p.a. Tuttavia, anche ove si ritenesse applicabile il regime prescrizionale, il danno lamentato dalla ricorrente non può essere riconosciuto, in quanto la stessa ha dimostrato di aver realizzato l'impianto in tempi brevi, beneficiando comunque degli incentivi previsti dalla normativa vigente al momento del rilascio dell'autorizzazione, senza subire alcun pregiudizio economico. Pertanto, il ritardo dell'amministrazione non ha causato alcun danno effettivo alla ricorrente, essendo piuttosto imputabile alla sua mancata tempestiva realizzazione dell'impianto autorizzato.