Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14711 del 28 marzo 2014

ECLI:IT:CASS:2014:14711PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La condanna per il reato di uso di atto falso (art. 489 c.p.) non determina una violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza di cui all'art. 521 c.p.p., anche quando l'imputato sia stato originariamente contestato per il reato di falsificazione materiale del documento (art. 482 c.p.), in quanto l'uso di atto falso costituisce una progressione criminosa rispetto alla falsificazione, sicché l'utilizzo del documento contraffatto risulta comunque contestato in fatto, con la conseguente possibilità per l'imputato di esercitare pienamente il suo diritto di difesa. Inoltre, il principio di correlazione tra accusa e sentenza non si ritiene violato quando l'imputato, attraverso l'iter processuale, sia stato posto nella concreta condizione di difendersi in relazione all'oggetto dell'imputazione, anche se questo risulti diverso da quello originariamente contestato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 231/2013 CORTE APPELLO di BRESCIA, del 05/07/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/01/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA PEZZULLO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

Con sentenza del 10.10.2012 il Tribunale di Bergamo, Sezione …

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