Cassazione penale Sez. II sentenza n. 6926 del 19 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:6926PEN

Massima

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Il dolo del danneggiamento non sussiste quando l'agente, pur avendo cagionato il danneggiamento di un bene, abbia agito al solo fine di impedire l'allontanamento di terzi, senza voler direttamente provocare la lesione della cosa. In tali casi, infatti, l'evento dannoso non costituisce lo scopo dell'azione, ma una conseguenza non voluta, ancorché prevedibile, dell'intervento finalizzato a impedire un diverso evento ritenuto più grave. Pertanto, il dolo del danneggiamento richiede la volontà diretta di cagionare la lesione del bene, non essendo sufficiente la mera previsione e accettazione dell'evento dannoso come effetto collaterale di un'azione diretta al perseguimento di uno scopo diverso. La valutazione della sussistenza del dolo deve essere effettuata alla luce delle concrete circostanze del caso, tenendo conto delle finalità perseguite dall'agente e del nesso di causalità tra la sua condotta e l'evento dannoso verificatosi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. NUZZO Laurenza - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. BRONZINI Giuseppe - Consigliere

Dott. CERVADORO Mirella - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv.to Antonio Bongiorno Gallegra nell'interesse di Po. Lu. nato a (OMESSO);

avverso la sentenza della Corte di appello di Genova del 9.1.2008;

Sentita la relazione della causa fatta, in pubblica udienza, dal consigliere Dott. BRONZINI Giuseppe;

Udita la requisitoria del sostituto procuratore generale, Dott. SALVI Giovanni, il quale ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio per intervenuta prescrizione.

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