L'Amministrazione è tenuta a motivare adeguatamente i provvedimenti che incidono negativamente sulla posizione giuridica del destinatario, indicando in modo chiaro e puntuale i presupposti di fatto e di diritto che hanno condotto all'adozione della determinazione sfavorevole. Il difetto di motivazione, che impedisce al destinatario di comprendere le ragioni della decisione, costituisce un vizio rilevante in quanto sintomatico di un eccesso di potere per carenza di istruttoria, travisamento dei fatti o sviamento dalla causa tipica dell'atto. Pertanto, il provvedimento amministrativo che ridetermina in diminuzione il contributo spettante al beneficiario di aiuti comunitari, senza fornire una motivazione esauriente e logicamente coerente in ordine alle ragioni della riduzione, è illegittimo e deve essere annullato, con conseguente obbligo per l'Amministrazione di ricalcolare l'importo dovuto sulla base delle effettive superfici aziendali risultanti dal fascicolo aziendale. Il principio di legalità sostanziale, che impone alla pubblica amministrazione di perseguire gli obiettivi prefissati nel rispetto di criteri e canoni di condotta predeterminati, comporta l'obbligo di motivazione degli atti amministrativi, non solo per consentire il sindacato giurisdizionale, ma anche per garantire la trasparenza dell'azione amministrativa e l'intellegibilità delle determinazioni assunte nei confronti dei destinatari.