Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il parere dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) riveste un ruolo centrale nella regolamentazione dell'attività venatoria, in quanto mira a garantire l'osservanza di livelli minimi e uniformi di protezione ambientale. Pertanto, le determinazioni dell'amministrazione regionale che si discostano dal parere ISPRA devono essere sorrette da adeguata motivazione, fondata su studi scientifici obiettivamente verificabili, che dimostrino le peculiarità del territorio di riferimento e la compatibilità delle scelte effettuate con le esigenze di tutela ambientale e di conservazione delle specie faunistiche. Il principio di precauzione, sancito a livello comunitario, impone all'amministrazione di adottare misure cautelative volte a prevenire possibili pregiudizi alle popolazioni animali, anche in relazione a fenomeni di bracconaggio, nonché a non pregiudicare la migrazione prenuziale delle specie protette. Tali principi devono guidare l'azione amministrativa nella predisposizione dei calendari venatori, al fine di assicurare un corretto bilanciamento tra l'esercizio dell'attività venatoria e la tutela dell'ambiente e della fauna selvatica.