La sentenza di proscioglimento per reati contravvenzionali puniti con pena alternativa detentiva o pecuniaria è inappellabile, in quanto l'articolo 593, comma 3, del codice di procedura penale, come modificato dalla legge n. 11 del 2018, ha escluso la possibilità di proporre appello avverso tali pronunce. Pertanto, il ricorso per cassazione proposto dal Procuratore generale avverso la sentenza di assoluzione per il reato di cui all'articolo 1161 del codice della navigazione, punito con pena alternativa, è inammissibile, in quanto il giudice di legittimità non può sindacare nel merito le valutazioni compiute dal giudice di primo grado, essendo preclusa l'impugnazione di tale tipologia di sentenze. La conversione dell'atto di appello in ricorso per cassazione è ammessa solo quando l'impugnazione, pur erroneamente denominata, corrisponda effettivamente alla volontà dell'interessato, mentre non è consentita quando l'interessato abbia inteso proporre un mezzo di impugnazione non previsto dalla legge, come nel caso di specie, in cui il Procuratore generale ha espressamente chiesto la rivalutazione delle prove e la condanna dell'imputato, censure estranee al giudizio di legittimità.