Cassazione penale Sez. I sentenza n. 32450 del 26 luglio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:32450PEN

Massima

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Il giudice dell'esecuzione non può rideterminare la pena inflitta con sentenza irrevocabile, riconoscendo una circostanza attenuante non ravvisata dal giudice della cognizione, in quanto il principio di intangibilità del giudicato preclude tale possibilità. La motivazione del provvedimento che rigetta la richiesta di rideterminazione della pena deve essere adeguata e aderente al contenuto della sentenza di condanna, senza che il condannato possa proporre in sede esecutiva considerazioni concernenti un suo ruolo diverso e minore nella vicenda rispetto ad altri coimputati, essendo tali questioni improponibili in questa sede. Il giudice dell'esecuzione, nel valutare la legittimità della pena inflitta, deve fare riferimento esclusivamente agli elementi di fatto e di diritto accertati nel giudizio di cognizione, senza poter riesaminare aspetti già definitivamente valutati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

Dott. BONI Monica - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 432/2015 CORTE APPELLO di MILANO, del 17/06/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIACOMO ROCCHI;
lette le conclusioni del PG Dott. GALASSO Aurelio, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza indicata in epigrafe, la Corte di appello di Milano, in funzione di giudice dell'esecuzione, respingeva l'istanza di (OMISSIS) di rideterminazione de…

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