Il giudice amministrativo, nell'ambito di un giudizio di ottemperanza, è tenuto a ordinare all'amministrazione soccombente il pagamento di quanto dovuto in esecuzione di un precedente decreto giurisdizionale definitivo, condannandola altresì al pagamento di una penalità di mora per ogni giorno di ritardo nell'adempimento, nonché alla nomina di un commissario ad acta che si sostituisca all'amministrazione inadempiente per il compimento degli atti necessari all'esecuzione del decreto, con onere per l'amministrazione di comunicare alla Segreteria della Sezione il nominativo del commissario designato. Tale pronuncia si fonda sul principio di effettività della tutela giurisdizionale, in base al quale l'amministrazione è tenuta a dare piena e tempestiva esecuzione ai provvedimenti giurisdizionali definitivi, senza che possa opporre alcuna resistenza o ritardo ingiustificato. Il giudice amministrativo, pertanto, è chiamato a vigilare sull'ottemperanza dell'amministrazione e, in caso di sua inerzia, a disporre gli strumenti necessari per assicurare l'esecuzione del giudicato, al fine di garantire la piena realizzazione del diritto riconosciuto al ricorrente. La condanna al pagamento della penalità di mora e la nomina del commissario ad acta rappresentano, dunque, rimedi volti a sanzionare l'inadempimento dell'amministrazione e a garantire l'effettività della tutela giurisdizionale, in conformità ai principi di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa di cui all'art. 97 Cost. Tali misure, inoltre, trovano fondamento normativo nell'art. 114, comma 4, lett. e), del Codice del processo amministrativo, che attribuisce al giudice il potere di adottare, anche d'ufficio, tutti i provvedimenti idonei a tutelare la situazione giuridica dedotta in giudizio.