Cassazione penale Sez. III sentenza n. 21699 del 5 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:21699PEN

Massima

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Il vizio totale o parziale di mente, quale causa di esclusione o riduzione della capacità di intendere e di volere, deve essere accertato in modo congruo e motivato dai giudici di merito sulla base di una valutazione complessiva delle risultanze processuali, senza che possano essere accolte censure meramente ripetitive di quanto già esaminato e ritenuto infondato. Pertanto, il ricorso per Cassazione fondato sulla sola asserita sussistenza di condizioni psichiche tali da escludere o scemare la capacità di intendere e di volere dell'imputato è inammissibile qualora i giudici di merito abbiano congruamente motivato, sulla base di una perizia psichiatrica, che gli impulsi psicogeni dell'imputato non costituivano espressioni di patologie psichiche o disturbi della personalità tali da escludere o ridurre la sua capacità di intendere e di volere, in conformità ai parametri di cui agli articoli 88 e 89 del codice penale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SQUASSONI Claudia - Presidente

Dott. GENTILE Mario - rel. Consigliere

Dott. GRILLO Renato - Consigliere

Dott. MULLIRI Guicla - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 11/03/2011 della Corte di Appello di Roma;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Mario Gentile;

Sentite le conclusioni del Procuratore Generale Dott. VOLPE Giuseppe, che ha chiesto l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. La Corte di Appello di Roma, con sentenza emessa l'I 1/03/…

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