Il notaio, nell'esercizio della sua funzione di pubblico ufficiale, ha l'obbligo di verificare con la massima diligenza la capacità di intendere e di volere della parte che conferisce una procura generale, indipendentemente dalla natura dell'atto, al fine di assicurare che la volontà espressa sia libera e consapevole. Pertanto, qualora emergano elementi che facciano sospettare una possibile incapacità della parte, il notaio è tenuto a compiere gli opportuni accertamenti, anche mediante l'ausilio di consulenti medici, prima di procedere alla stipula dell'atto. La mancata verifica della capacità di agire della parte, in presenza di indizi di una possibile incapacità, integra una grave violazione dei doveri professionali del notaio e può costituire il presupposto per l'imputazione di reati quali il falso ideologico e la circonvenzione di incapace, qualora l'atto si riveli successivamente viziato da incapacità della parte. Inoltre, il giudice non può ritenere sufficienti le indagini svolte e procedere al proscioglimento per insufficienza di prove, senza prima aver disposto le necessarie integrazioni istruttorie richieste dalla parte civile, volte a far emergere gli elementi relativi alla capacità di agire della parte al momento della stipula dell'atto sospettato di falsità.