Il principio di buona fede e di tutela dell'affidamento, sancito anche nell'art. 5 del nuovo codice dei contratti pubblici, impone all'amministrazione di agire con lealtà e correttezza nello svolgimento dell'attività autoritativa, oltre al rispetto delle norme di diritto pubblico. La violazione di tali doveri di correttezza può far sorgere una responsabilità precontrattuale, che prescinde dall'illegittimità del provvedimento e richiede: a) l'affidamento incolpevole del privato, b) la condotta oggettivamente contraria ai doveri di correttezza e lealtà, c) l'imputabilità soggettiva di tale condotta all'amministrazione, d) la prova del danno-evento (lesione della libertà di autodeterminazione negoziale) e del danno-conseguenza (perdite economiche subite). Pertanto, l'inerzia e il ritardo ingiustificato dell'amministrazione nella conclusione del procedimento di formazione del contratto, nonostante l'aggiudicazione risalente nel tempo e l'assenza di impedimenti ostativi, integrano gli estremi della responsabilità precontrattuale, con conseguente obbligo di risarcire il danno emergente subito dall'operatore economico, nei limiti dell'interesse contrattuale negativo.