Cassazione penale Sez. V sentenza n. 36553 del 13 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:36553PEN

Massima

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Il metodo mafioso nell'estorsione si configura non solo quando l'agente si avvale della forza di intimidazione derivante dall'appartenenza ad un'associazione di tipo mafioso, ma anche quando la richiesta di denaro, pur non esplicita, evoca implicitamente tale forza intimidatrice, indipendentemente dal rapporto pregresso tra autore e vittima o dalla finalità dichiarata di utilizzare il denaro estorto. L'aggravante di cui all'art. 7 del d.l. n. 152/1991 si applica pertanto quando le modalità della condotta estorsiva, anche se non apertamente minacciose, siano idonee a incutere timore e a coartare la volontà della vittima, in relazione alle circostanze concrete, alla personalità dell'agente, alle condizioni soggettive della vittima e all'ambiente in cui opera. Il concorso morale nel reato di estorsione può realizzarsi anche attraverso una condotta di mera approvazione del progetto criminoso altrui, quando questa sia valsa a rafforzare nell'agente il proposito di darvi seguito, senza che sia necessaria la prova di un diretto contatto tra i concorrenti in un determinato momento, essendo sufficiente che l'accordo si sia sviluppato attraverso una serie di contatti. La modulazione della pena e la concessione delle attenuanti generiche rientrano nella discrezionalità del giudice di merito, il cui esercizio è sindacabile in sede di legittimità solo quando la motivazione risulti illogica o giuridicamente errata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CALABRESE ((omissis)) - Presidente

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. ARMANO Uliana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. SA. , N. IL (OMESSO);

2) LA. MO. SA. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1658/2009 CORTE APPELLO di PALERMO, del 10/07/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 01/07/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. PAOLO OLDI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. SPINACI Sante che ha concluso per il rigetto dei ricorsi;

Udito il difensore Avv. RIZZO Maria per La. Mo. e Avv. BUCCI Fabio per…

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