Il gestore di un servizio pubblico in concessione non può sospendere o interrompere unilateralmente l'erogazione del servizio, anche in presenza di inadempimenti del concedente, dovendo invece attivare le opportune procedure contrattuali e giudiziarie per far valere i propri diritti. L'obbligo di garantire la continuità del servizio pubblico prevale sulla facoltà di eccepire l'inadempimento della controparte ai sensi dell'art. 1460 c.c. Pertanto, la risoluzione del contratto di concessione per grave inadempimento del concessionario e l'incameramento della cauzione definitiva sono misure pienamente giustificate qualora il gestore abbia interrotto il servizio senza alcuna preventiva comunicazione, anche in assenza di una dimostrata situazione di pericolo per la salute pubblica. Inoltre, gli obblighi di manutenzione ordinaria e straordinaria dell'impianto sportivo concesso, ivi compresi gli interventi di risanamento delle strutture deteriorate, gravano sul concessionario in base alle previsioni contrattuali, non potendo essere imputati al concedente salvo diversa pattuizione. Infine, la diffida ad adempiere comunicata al concessionario con un termine inferiore ai 15 giorni previsti dall'art. 1454 c.c. è comunque valida qualora il diffidato abbia già manifestato per iscritto la volontà di non voler più adempiere, ovvero quando l'urgenza di garantire la continuità di un pubblico servizio lo richieda.