Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9075 del 28 febbraio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:9075PEN

Massima

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Il comportamento intimidatorio idoneo a configurare il reato di violenza privata deve essere valutato in relazione alle specifiche condizioni ambientali e personali delle parti coinvolte, non essendo necessaria una minaccia verbale esplicita, ma potendo risultare anche da espressioni ingiuriose, atteggiamenti irruenti o modi di esprimersi inurbani, purché tali da incutere effettivo timore nel soggetto passivo e costringerne la volontà. Tuttavia, qualora il giudice di merito, attraverso un'argomentazione logica e coerente, escluda che le condotte tenute dagli imputati, pur inurbane e irriguardose, abbiano concretamente intimidito le persone offese, impedendone la libera determinazione, non può ravvisarsi il reato di violenza privata, in quanto la valutazione del comportamento intimidatorio deve tenere conto della qualità e della condizione degli agenti, della loro effettiva capacità di incutere timore, nonché della plausibile convinzione di aver subito un torto, elementi che possono escludere la configurabilità del reato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NARDI Domenico - Presidente

Dott. CALABRESE Renato Luigi - Consigliere

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Consigliere

Dott. DIDONE Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA PRESSO CORTE DI APPELLO DI NAPOLI;

nei confronti di:

1) MA. AR. N. IL (OMESSO);

2) FA. SA. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 24/04/2007 CORTE APPELLO DI NAPOLI;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in Pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. CALABRESE RENATO LUIGI;

udito il Procuratore Gener…

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