Cassazione penale Sez. II sentenza n. 9218 del 24 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:9218PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare, può essere desunto dalla gravità del fatto, dalle modalità di commissione del reato, dalla personalità dell'indagato e dalla sua condotta precedente, anche se non risultante da precedenti penali, purché tali elementi siano adeguatamente motivati dal giudice in modo logico e coerente, senza che sia necessaria un'analitica dimostrazione dell'inidoneità di ogni altra misura cautelare meno afflittiva, essendo sufficiente che il giudice indichi, con argomenti logico-giuridici, gli elementi specifici che inducono ragionevolmente a ritenere la custodia in carcere come la misura più adeguata al fine di impedire la prosecuzione dell'attività criminosa. Il principio di gradualità nella scelta della misura cautelare non impone al giudice di motivare analiticamente l'inidoneità di ogni altra misura meno afflittiva, essendo sufficiente che egli indichi, con argomentazioni logico-giuridiche, gli elementi specifici che rendono la custodia in carcere la misura più adeguata per scongiurare il pericolo di reiterazione del reato, in ragione della personalità dell'indagato e della sua condotta precedente, anche se non risultante da precedenti penali, purché tali elementi siano adeguatamente motivati in modo logico e coerente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamillo - Presidente

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. FILIPPINI Stefano - Consigliere

Dott. PAZZI Alberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 5347/2016 in data 20.10.2016 del Tribunale di Napoli in funzione di giudice del riesame;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Alberto Pazzi;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Dr. Casella Giuseppina, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

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