La detenzione per la vendita di prodotti alimentari la cui composizione naturale sia stata variata, con l'utilizzo di ingredienti diversi da quelli dichiarati in etichetta, integra il reato contravvenzionale previsto dalla Legge n. 283 del 1962, articolo 5, lettera a), a prescindere dalla nocività del prodotto per la salute, in quanto tale norma non è stata interessata dagli effetti abrogativi dei decreti di depenalizzazione. Tuttavia, affinché possa essere legittimamente contestata e sanzionata tale condotta, è necessario che essa sia stata specificamente e correttamente imputata all'imputato, nel rispetto del principio di correlazione tra accusa e sentenza, sancito dall'articolo 521 del codice di procedura penale. Pertanto, la condanna per il reato di cui alla Legge n. 283 del 1962, articolo 5, lettera a), è illegittima qualora l'imputato sia stato citato in giudizio per rispondere di un diverso reato, come ad esempio la frode in commercio di cui all'articolo 515 del codice penale, senza che gli sia stata contestata la specifica condotta di detenzione per la vendita di prodotti alimentari con composizione difforme da quella dichiarata.