Il socio di una società può essere legittimamente escluso per assenza ingiustificata dal lavoro, ma la società deve dimostrare di aver adottato ogni misura necessaria per offrirgli la possibilità di prestare la propria attività lavorativa in condizioni compatibili con il suo precario equilibrio psico-fisico. L'onere della prova circa l'impossibilità di adibire il socio ad un lavoro diverso grava sulla società, che non può procedere all'esclusione automatica del socio assente ingiustificatamente, senza aver prima verificato la possibilità di un suo reimpiego in mansioni compatibili con le sue condizioni di salute. La società deve dimostrare di aver esperito ogni ragionevole sforzo per mantenere il rapporto sociale, tenendo conto delle specifiche esigenze del socio, prima di poter legittimamente procedere all'esclusione. Il principio di proporzionalità impone alla società di adottare soluzioni alternative all'esclusione, ove possibile, privilegiando il mantenimento del vincolo sociale rispetto alla risoluzione del rapporto. L'esclusione del socio per assenza ingiustificata è pertanto una extrema ratio, subordinata alla dimostrazione dell'impossibilità di un suo reimpiego in mansioni compatibili con le sue condizioni di salute.