Cassazione penale Sez. V sentenza n. 3215 del 22 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:3215PEN

Massima

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Il reato di violenza privata si configura quando l'agente, attraverso l'utilizzo di mezzi idonei a impedire la libera circolazione altrui, costringe la vittima a compiere o ad omettere un atto contro la propria volontà, indipendentemente dalla circostanza che il veicolo della persona offesa fosse fermo o in movimento al momento dell'azione delittuosa. La valutazione delle dichiarazioni della persona offesa, prudentemente effettuata dal giudice di merito, unitamente alle risultanze testimoniali, costituisce fondamento sufficiente per l'affermazione della responsabilità penale dell'imputato, senza che possa ravvisarsi alcuna illogicità o contraddittorietà nella motivazione della sentenza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. BRUNO Pao - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza della Corte di appello di Reggio Calabria dell'01/02/2011;

visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;

udita la relazione del Consigliere Dr. ((omissis)) BRUNO;

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dr. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) era chiamato a rispondere, innanzi al Tribunale di Palmi …

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