La realizzazione di una struttura in legno aperta su tutti i lati, sormontata da un telo retrattile e non stabilmente infissa al suolo, finalizzata a soddisfare esigenze temporanee e stagionali a servizio dell'immobile principale, non necessita del preventivo rilascio di un titolo abilitativo esplicito o implicito da parte della pubblica amministrazione, in quanto tale opera, indipendentemente dalla sua definizione terminologica in termini di "tettoia" o "pergolato", è inidonea ad alterare l'assetto urbanistico-edilizio esistente. Pertanto, l'ordinanza di demolizione di una simile struttura è illegittima per violazione e falsa applicazione degli artt. 3, 6, 10, 22, 31 e 37 del D.P.R. n. 380/2001, nonché per eccesso di potere per sviamento, contraddittorietà con altri atti, manifesta ingiustizia, contraddittorietà della motivazione, difetto di istruttoria e travisamento dei fatti, in quanto l'amministrazione non ha adeguatamente motivato le ragioni per le quali l'intervento contestato dovrebbe essere qualificato come "tettoia" e non come "pergolato", incorrendo in un evidente deficit motivazionale. Inoltre, la mancata osservanza dell'obbligo di comunicazione di avvio del procedimento, di cui all'art. 3 della L. n. 241/1990, determina la nullità del provvedimento impugnato.