Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 47839 del 22 dicembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:47839PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La disciplina prevista dall'art. 297, comma 3, c.p.p. in materia di "contestazione a catena" per il computo dei termini di durata della custodia cautelare non è applicabile nell'ipotesi in cui per i fatti contestati con la prima ordinanza cautelare l'imputato sia stato condannato con sentenza passata in giudicato ancor prima dell'adozione della seconda misura restrittiva. In tale caso, infatti, la successiva ordinanza cautelare non può essere considerata come una "nuova contestazione" ai fini del computo dei termini, in quanto i fatti per i quali è stata disposta la custodia risultano già definitivamente accertati con la precedente condanna. Tale principio si fonda sulla considerazione che, una volta intervenuta una sentenza definitiva di condanna per i medesimi fatti, non può più ritenersi sussistente l'esigenza cautelare che aveva giustificato l'emissione della prima ordinanza, venendo meno il pericolo di reiterazione del reato. Pertanto, la successiva misura cautelare non può essere ricondotta alla medesima "contestazione" ai sensi dell'art. 297, comma 3, c.p.p., essendo ormai venuto meno il presupposto per l'applicazione di tale disciplina. La massima afferma dunque che il meccanismo della "contestazione a catena" non opera quando l'imputato sia stato definitivamente condannato per i fatti oggetto della prima ordinanza cautelare, in quanto in tal caso la successiva misura restrittiva non può essere considerata come una nuova contestazione ai fini del computo dei termini di custodia, essendo venuta meno l'esigenza cautelare originaria. Tale principio si pone a tutela del diritto fondamentale della libertà personale, impedendo che l'imputato possa essere privato della libertà per un tempo superiore a quello previsto dalla legge sulla base di una "contestazione a catena" che non trovi più giustificazione nel mutato quadro probatorio e giuridico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARZANO Francesco - Presidente

Dott. D'ISA Claudio - rel. Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. IZZO Fausto - Consigliere

Dott. MONTAGNI Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

sul ricorso proposto da:

1) EL. BI. RA. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 611/2011 TRIB. LIBERTA' di MILANO, del 04/05/2011;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CLAUDIO D'ISA;

sentite le conclusioni del PG Dott. GERACI Vincenzo che chiede dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

EL. BI. Ra. ricorre in cassazione avverso l'ordinanza, in data 4.05.2011, del Tribunale di Milano - sezione Riesa…

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